sabato 12 settembre 2009

Segnali dal futuro

Sembra un film di Shyamalan: disastri alla Unbreakable, atmosfere paranormali molto Signs, tipi inquietanti che sbucano fuori dal nulla come in The Village, un bambino “particolare” parente di quello de Il sesto senso, implicazioni misticheggianti/religiose stile Lady in the water e naturalmente una fine del mondo imminente che richiama E venne il giorno. Solo che soprendentemente non è un film di Shyamalan. Sulla poltrona da regista siede spaparanzato comodamente Alex Proyas, un tempo maestro del cinema più scuro (splendidi Il corvo e Dark City), negli ultimi tempi afflosciatosi come onesto mestierante fantascientifico (Io, Robot). Che poi, se andiamo proprio a vedere da vicino, oltre a TUTTI i film di Shyamalan ci sono riferimenti anche a Mothman Prophecies, Final Destination, etc., tanto per dire che l’originalità non abita qui. Davvero impressionante (e spaventosa) solo la scena dell’incidente in metropolitana, mentre il disastro aereo ricorda l’analoga scena in Lost (ebbene sì, si copia a mani basse pure dalla tv).
Nic Cage è un mistero. Forse l’unico del film. È uno dei più pagati e potenti attori di Hollywood nonostante un’espressività monolitica e un disinvolto sfoggiare tagli di capelli sempre ridicoli. Nonostante questo, provo una simpatia innata per lui. Sarà per i suoi film più riusciti come Family Man o Weather Man o qualche altra pellicola con il man nel titolo. Sarà che ha un non so che di rassicurante nella fissità del suo sguardo.
Rose Byrne è l’attrice bravissima della serie tv Damages, qui un po’ meno talentuosa perché il genere catastrofico non è che solitamente invogli grandi performance recitative. E questo film non fa eccezione.
Se non si cerca una pellicola particolarmente originale, ma di solido intrattenimento hollywoodiano, Segnali dal futuro sarebbe anche la scelta giusta. Dico sarebbe perché sebbene la prima parte della visione susciti un certo interesse, il finale mistico-biblico è talmente agghiacciante da farti sognare di poter tornare indietro nel tempo. Non per fermare l’imminente fine del mondo, ma solo per andare dagli sceneggiatori e far loro riscrivere gli ultimi insopportabili 30 minuti di film. Minacciandoli con una pistola, se necessario.
(voto 5)

2 commenti:

  1. Se ti dico da dove ho preso quella citazione potresti smettere di considerarmi una ragazza con ancora qualche neurone in testa...
    Ste

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  2. E' vero: la prima parte promette e costruisce, (sembra un strano e riuscito connubio di horror e fantascienza) la seconda affonda inesorabilmente.

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