lunedì 21 febbraio 2011

Non è un paese per Coen

Il Grinta
(USA 2010)
Titolo originale: True Grit
Regia: Ethan Coen, Joel Coen
Cast: Hailee Steinfield, Jeff Bridges, Matt Damon, Josh Brolin, Barry Pepper, Domhnall Gleeson, Elizabeth Marvel
Genere: western
Se ti piace guarda anche: Il grinta (1969), Non è un paese per vecchi, Un gelido inverno - Winter's Bone
Attualmente nelle sale italiane

Trama semiseria
A una ragazzina di 14 anni hanno ucciso il padre e così lei, invece di andare a caccia di autografi di Billy the Kid (il Justin Bieber del Fast West), cerca di andare a pescare personalmente l’assassino. Non per ucciderlo tarantinianamente con le sue mani, ma per consegnarlo alla giustizia e farlo quindi uccidere dalla legge. Nonostante già di suo sia piuttosto cazzuta come 14enne poco bimbominkia, per poterlo fare ha però bisogno di una mano da parte di uno che abbia “vera grinta” e chi meglio di Jeff Bridges con tanto di parlata “southern"? Ce la farà allora la nostra giovane eroina a portarlo in tribunale o il criminale si farà una legge ad personam per evitare di andare a processo ed essere incastrato dalle solite storie inventate da una minorenne?

Recensione cannibale
Non si può certo dire che il western sia il mio genere, né tantomeno che i Coen Brothers siano tra i miei registi prediletti, quindi la mia percezione di questo film può risultare drasticamente differente da chi invece ha il poster dei due registi appeso in camera o da chi mastica western da lunga data (io personalmente l’unico West che conosco è Kanye).
Riguardo ai Coen il problema è che fondamentalmente non li capisco. Non parlo di capire a un livello superficiale la trama. Parlo di riuscire a entrare davvero nel cuore della loro opera che film dopo film compone un mosaico unico, per alcuni molto affascinante ma per me impenetrabile. C’è chi non riesce a entrare nel cinema di Lynch, o in quello di Tarantino, io non ci riesco con i Coen. Sarà una questione culturale, i loro film sono infatti pieni di riferimenti biblici (vedi la citazione in apertura del film) che entrano in un orecchio e mi escono dall’altro e il loro umorismo mi arriva (come quando la bambinetta commercia col tizio molto più anziano di lei), mi sfiora, mi può far sorridere ma non mi fa esclamare: “Geniale!” come alle battute di Tarantino o dei Misfits. Sarà una questione generazionale, visto che da Il grande Lebowski allo sconclusionato A Serious Man le loro pellicole sono innervate di un forte spirito hippie anni Sessanta che rispetto ma che non fa parte del mio DNA, frutto di una mutazione genetica post-yuppie ormai privata di qualsiasi valore. Sarà una questione cinematografica, visto che il loro è un modo di girare dal respiro molto classicheggiante, dalla puzza di vecchia America, da vecchio western che in questo film i due Coen hanno infine potuto esplorare esplicitamente e non sotto mentite spoglie, come successo in Non è un paese per vecchi. Sarà che i Coen sono bravini, ma non fanno per me. Un po’ come i White Stripes: si sono separati? Amen, vivo bene lo stesso.
Saranno tutte queste cose messe insieme.

Fatte tali premesse più o meno doverose, ho comunque trovato Il Grinta una pellicola piuttosto buona. La storia è raccontata quasi con i toni della favola western, più chiara e semplice rispetto alla gran parte dei film coeniani che mi sia capitato di vedere. Sì, i riferimenti alla Bibbia ci sono sempre (e daje) e la trama se vogliamo è un filo ruffiana, cosa che spiega l’enorme successo commerciale della pellicola negli Usa, in grado a sorpresa di far tornare in auge un genere che ha probabilmente avuto la sua ultima hit con l’ormai lontano Balla coi lupi (mio obiettivo giudizio personale: che menata di film!). Però in questo western c’è una grande rivelazione.

La giovane protagonista interpretata dalla sorprendente Hailee Steinfield è irresistibile nel suo essere una 14enne matura e spavalda in grado di mercanteggiare con grande astuzia insieme a persone molte più anziane di lei e persino di reggere testa a uno come Il grinta. Se nell’originale costui era John Wayne, nel remake/non-proprio-remake coeniano è per forza di cose il Drugo e ormai anche premio Oscar Jeff Bridges. La sua parlata del Sud è spettacolare e il film merita per questo di essere visto in inglese, anche perché non ho idea di come possa essere stata resa in italiano. Forse si saranno inventati qualche stratagemma assurdo tipo una parlata del Sud Italia con doppiaggio di Aldo Baglio, chissà?
Piuttosto assurda la scelta dell’Academy di nominare la Steinfield tra le non protagoniste e Jeff Bridges tra i protagonisti, visto che il personaggio principale del film è la ragazzina, però i meccanismi degli Oscar sono difficili da comprendere quasi quanto le votazioni di Sanremo, quindi meglio non farsi troppe domande al proposito.
Alla insolita coppia si unisce poi in questa caccia al criminale anche lo sceriffo repubblicano Matt Damon con tanto di capello leccato, non inguardabile come il Javier Bardem di Non è un paese per vecchi, ma certo che i Coen devono voler parecchio del male ai loro attori glamour per conciarli così.
Il grinta, la bambinetta molto adulta e lo sceriffo leccato cercano così di mettersi sulle tracce dell’assassino del padre della bambina, fino a che lo trovano ed è… non ve lo dico, però è un altro attore coeniano, per me il migliore del lotto.

La prima parte de Il Grinta è davvero molto accattivante, anche per gli anti-western come me, mentre la conclusione scivola tra una serie di duelli e di colponi di scena prevedibili, fino al più classico dei finali coeniani che può voler dir tutto, ma che (come già in A Serious Man o Non è un paese per vecchi) per me finisce solo a dire che il mondo è una sequenza casuale di fatti senza alcun senso e abbiamo praticamente buttato due ore a seguire una (bella) storia per niente.
Il tempo ci sfugge e a volte anche il senso delle cose.
(voto 6,5 ma aggiungete un punto se siete fan dei Coen e un altro se amate i western)

Scena cult: Jeff Bridges fa volare giù dalle scale un bambino con un calcio, senza alcuna ragione

19 commenti:

  1. Diciamo che coi Cohen mi posiziono come te, anche se A Serious Man mi è piaciuto tantissimo.
    Il film non l'ho ancora visto, nè so se andró a vederlo.

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  2. Anche se non sono un fan (paroletta che personalmente odio) dei registi, e anche se penso che qualche film di recente lo abbiano anche (semi) toppato, ammiro la loro suprema intelligenza e molti loro film che considero capolavori. Considero Fargo da cinque stellette e Il grande Lebowski ancora di più. Quindi, come potrei non essere attratto dall'accoppiata (in realtà terzetto) Coen-Jeff Bridges?
    Se aggiungiamo che il western (ben fatto) mi piaciucchia, direi di sì, che confermo la tua estensione di voto: 8,5 sulla fiducia... :D

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  3. SPOILER
    io non sopporto i Coen e il western non è decisamente il mio genere....ma questo film l'ho trovato meraviglioso!!!!!!!!!!!credo che sia assolutamente molto meno coeniano del solito (che per me non può che essere un pregio) proprio perchè meno affidato al caos e al caso:qui la religione governa sovrana ,nella determinazione della ragazzina ma anche e soprattutto nella giustizia divina che le fa pagare un prezzo molto alto per la sua voglia di vendetta e la letteralmente sprofondare nel baratro di quella fossa per sempre (dovrà sacrificare non solo il braccio ma anche il povero cavallino)...

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  4. Pensavo già di andarlo a vedere, non foss'altro per la nostalgia lebowskiana di rivedere l'accoppiata Coen-Bridges.

    Tendenzialmente apprezzo i Coen, perché il loro cinema per lo meno è sempre fuori dall'ordinario (e infatti sono molto curioso di vedere il tocco coeniano su un genere pieno di stereotipi e cliché strasfruttati come il western, e per di più in un remake), anche se effettivamente a volte sono un po' sopravvalutati. A Serious Man per esempio è una di quelle volte.

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  5. Cannibale, inutile dire che in questo caso ti prendi un sacco di bottigliate.
    Il grinta è un grandissimo film, non solo un grandissimo western.
    Capisco comunque il fatto che possa non essere nelle tue corde, in quanto film totalmente mrfordiano.
    Detto questo, per il "che menata di film" affibbiato a Balla coi lupi ti meriti un calcione come quello di Jeff Bridges! ;)

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  6. mm,a me son sempre piaciuti molto..mi piace il loro modo di girare,il loro umorismo.ho trovato barton fink e fargo due autentici capolavori..poi a volte son furbini,ok...e ho amato molto non è un paese x vecchi..raramente mi è cpitato una trasposizione da un romanzo così appropriata..nel vero,reale spirito del libro..ripensando poi a trsposizioni in cui lo spirito del libro è stato letteralemte stuprato,tipo qualsiasi trasposizione di Dick,a esclusione di a scanner daerkly..bè,son grato a questi 2 soggetti...

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  7. io sono fa e aggiungo un punto perchè c'è jb

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  8. Per amarli ed apprezzarli bisogna conoscerli bene.
    Ho visto tutti i loro film e ovviamente andrò a vedere anche questo. Come tutti i registi hanno avuto i loro alti (tanti) e i loro bassi (pochi) come Prima ti sposo, poi ti rovino.

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  9. io gli do un 7.
    è un film tutto sommato corretto, rispetto al (loro) solito. è che il loro tocco qui si sente di meno, e magari fa un po' storcere il naso.
    la prima parte l'ho trovata anche io la migliore ed è innegabile che nella seconda cada di ritmo, però rimane un gran bel film. de-strutturare (ristrutturare?) un genere 'canonico' come il western non è per niente cosa da poco.

    (la scena del bambino preso a calci è assurda!)

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  10. non ho ancora visto il film, adoro il genere western, non ho preconcetti nei confronti dei coen anche se non sono un fan sfegatato a priori...
    mi chiedo: era proprio necessario il remake di un film così famoso che valse anche l'unico oscar al mito john wayne?
    bene comunque che si tenga alta la bandiera dei western ;)
    ciau e buon inizio settimana,
    marco

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  11. *vale
    ma a serious man non ha proprio senso! *_*

    *zio
    già zio, potrebbe essere il tuo film ;)

    *alesya
    sì peccato però che il finale sia proprio grandiosamente coeniano e quindi rovini un po' il resto

    *il grande marziano
    secondo me a serious man se non aveva la firma coen a quest'ora aveva già fatto il pieno di razzie awards

    *mr ford
    grandissimo film.. diciamo una bella favoletta senza momenti particolarmente originali o memorabili (calcio di bridges che mi piglio a parte).
    quanto a balla coi lupi, è stato il degno antecedente western di avatar e infatti...

    *brazzz
    di non è un paese per vecchi non mi ha convinto la scelta di non utilizzare (o quasi) un accompagnamento sonoro. capisco che così si sia ben resa la desolazione, però un film senza musica non può emozionarmi

    *maurizio
    quindi arrivi vicino al 10?

    *lucien
    come tutti i grandi autori. il problema è che se non ti piace un loro film, probabilmente non ti piacerà nemmeno il resto della loro opera. questo per fortuna è comunque piuttosto godibile anche per i non fan

    *einzige
    ci può stare. non conoscendo bene il western magari dico una cazzata, però non mi sembra poi così rivoluzionario nemmeno all'interno del genere.

    *marco
    non ho visto l'originale, però ho sentito che questo comunque è piuttosto diverso e si ispira più che altro al romanzo.
    poi per me personalmente non era un film così necessario, però de gustibus :D

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  12. Credo che i Coen siano un po' più che bravini, magari non proprio geniali ma bravi di certo.
    Il western è il genere che più mi piace, per cui credo che andrò a vederlo e sì, Balla coi Lupi è un po' una menata: ce ne è di molto più rappresentativi che hanno ridato lusto al genere (Gli Spietati su tutti).

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  13. Rouge, Gli spietati è un Capolavoro indiscusso, ma non si può parlare male di un film come Balla coi lupi, giocato, specie nella prima parte, sull'attenzione ai dettagli e sulla riflessione.
    Non sarà Malick, ma resta una delle grandi epopee dal gusto classico del western moderno!
    Bottigliate anche per te, oltre che per Cannibale! ;)

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  14. @ MrJamesFord: Se vuoi attenzione ai dettagli e riflessione molto meglio L'Assassinio di Jesse James che Balla coi Lupi!
    Hai detto bene, dal gusto classico del western moderno. Per me Balla coi Lupi è un po' una menata perchè pure nel 1990 era un film vecchio, retorico, patetico a tratti e sopravvalutato, e del Kostner western ho preferito Terra di Confine, che pure non è un capolavoro.
    Le riflessioni a cui induceva BcL erano scontate almeno dai tempi di Soldato Blu (anni '70) e non tentava nemmeno minimamente di andare oltre; i dettagli avevano un gusto da cinema anni '60, con i protagonisti e gli indiani appena usciti dal parrucchiere (e meno male che non ci aveva messo dei bianchi col fondotinta) e per il resto pochissimo altro. L'unico pregio era stato il fatto che da anni non si facevano film western, genere ritenuto superato: il successo di BcL fece capire il contrario. Stop.
    Non si può parlarne male, e perchè di grazia? :)

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  15. Costner ovviamente (m'è scappata la K).
    Un saluto.

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  16. A me i Coen piacciono...proprio per questo non mi è piaciuto Il Grinta. Favoletta. Voto 6, solo per rispetto. Altra delusione, come già era successo per Eastwood...che sia colpa di Matt Damon??

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  17. mi sarei aspettata un voto più alto per questo film!!!

    buon mercoledì ^______________^

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  18. Non ho ancora visto questo film ma non ho molte aspettative;ultimamente tutti non fanno altro che osannare i Coen forse più per moda e non perchè davvero apprezzino i loro film. Poi qui c'è Matt Damon, non so perchè ma lui mi ha sempre trasmesso tanta noia...(anche se la più soporifera resta sempre Sandra Bullock, non riesco mai a guardare per intero un suo film).

    ps. ti ho scoperto ora per caso e ovviamente inizierò a seguirti :)

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  19. *cinlarella
    la maledizione di matt damon?
    può darsi :)

    *pupottina
    mai aspettarsi da me voti alti ai film dei coen! anzi, sono ancora stato generoso...

    *stephy
    un po' noiosetto matt damon, è vero, chissà perché?
    grazie perché mi followi, ricambio volentieri ;)

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