sabato 19 novembre 2011

The real Boss (Bruce Springsteen chiiiii?)

Boss
(serie tv, stagione 1)
Rete americana: Starz
Rete italiana: non ancora arrivato
Creato da: Farhad Safinia
Regia pilota: Gus Van Sant
Cast: Kelsey Grammer, Connie Nielsen, Kathleen Robertson, Hannah Ware, Jeff Hephner, Troy Garity, Martin Donovan, Francis Guinan, Rotimi Akinosho, Karen Aldridge, Jennifer Mudge
Genere: giochi di potere
Se ti piace guarda anche: Homeland, Breaking Bad, The Killing, 24, Huff, Milk

Gli esempi di sindaci che la televisione ci ha mostrato non è che siano proprio il massimo della vita, dal Joe Quimby dei Simpson all’Adam West dei Griffin, la migliore finisce per essere il sindaco donna McDaniels di South Park. Adesso un nuovo personaggio, questa volta in carne e ossa, si va ad aggiungere alle figure dei sindaci tv.
Il protagonista di Boss è infatti il sindaco di Chicago interpretato alla grande da Kelsey Grammer, attore noto per le sitcom Cin Cin e Frasier e negli ultimi tempi risalito alla ribalta delle cronache americane più che altro per vicende personali, tra alcool, droghe, matrimoni e divorzi. Una sorta di Charlie Sheen II, in pratica. Non da meno anche il suo nuovo personaggio.

Il suo Tom Kane (ogni riferimento al Citizen Kane di Orson Welles, pure citato in un episodio, è puramente voluto) è un sindaco autoritario e tiranno mascherato da benefattore ed è in grado di controllare le sorti della città, ma non della sua vita. Nella primissima scena conosciamo subito il suo infausto destino: gli viene diagnosticata una forma di disordine neurologico che lo porterà nel giro di pochi anni alla morte, anticipata da sintomi come perdita della memoria, tremori e altri disagi che creerebbero problemi a chiunque, figuriamoci al Boss di una delle città principali d’America. Per evitare che questi problemi si manifestino, ricorre quindi in maniera poco legale a medicinali che però potrebbero portare a degli inevitabili effetti secondari…
Anche la sua vita personale non sembra andare proprio a gonfie vele, visto che ha un rapporto conflittuale con la figlia, con cui non parla da anni, e pure con la moglie (la glaciale attrice danese Connie Nielsen, vista ne L’avvocato del diavolo ma anche in Vacanze di Natale ’91: ebbene sì!), che fa fatica a guardarlo in faccia e dorme in un’altra stanza.

Insomma, dietro alla classica facciata di uomo che ha di tutto e di più, si nasconde un’altra realtà. Meritata? Forse, visto che questo Tom Kane  non sembra certo né un Santo, né un simpaticone, considerando anche il suo atteggiamento nei confronti dei suoi collaboratori. Tra loro spicca Kathleen Robertson, attrice bellissima e dal potenziale notevole, finora troppo sottoutilizzata: qualcuno la ricorderà nei panni di Clare in Beverly Hills 90210, dopo di ché ha fatto Scary Movie 2 e ha lavorato per Gregg Araki in Ecstasy Generation e Splendidi amori (dove finalmente aveva la parte della protagonista). Ora, alla soglia dei 40anni portati alla grande, ecco che sembra arrivato per lei un ruolo potenzialmente parecchio interessante. E dannatamente sexy. Altro nome da tenere d’occhio è poi Jeff Hephner, apparso la scorsa stagione nella sfortunata e non troppo riuscita serie di cheerleader Hellcats, e ora in una serie d’autore con un ruolo importante, quello del potenziale erede politico di Kane, una specie di “delfino” alla Alfano.
E a chi assomiglia invece Kane, almeno un pochino? Esatto, proprio a un certo nostro "caro" ex Premier… ed è forse proprio per questo che la serie, pur essendo molto americana, potrebbe paradossalmente aver maggior presa da noi rispetto agli Usa, dove non sta ottenendo un gran seguito di pubblico. Un peccato, visto che insieme a Homeland è tra le cose più potenti e incisive viste negli ultimi tempi. Il motivo per cui non sta conquistando gli americani? Forse perché non ci sono personaggi positivi o moralmente adeguati per gli standard yankee, visto che tutti i personaggi non sono hanno comportamenti esattamente impeccabili e persino la figlia del sindaco, pur lavorando in una clinica e in una chiesa (però non come suora), frequenta uno spacciatore e si droga; l’unica eccezione (almeno per ora) è allora il giornalista integro che cerca di smascherare i misfatti dietro la candida facciata di Kane.

Dicevamo serie d’autore, comunque, e infatti a firmare la regia del pilot vi è un certo Gus Van Sant, mica un pirletti qualunque, e il suo tocco si vede, per quello che è uno degli episodi meglio diretti dell’annata americana. Ma anche in quelli successivi, pur non mettendoci direttamente la macchina da presa, la sua mano come producer si fa sentire.

A restare un’ingognita è il coinvolgimento emotivo. Se infatti la serie è girata alla stra-grande, interpretata ottimamente da un cast in stato di grazia, con uno sguardo che può risultare molto attuale anche per il pubblico italiano (tra escort e un problema rifiuti che avvicina Chicago a Napoli), con dialoghi acuti e ben curati, sebbene a volte troppo verbosi ed eccessivamente politici, a latitare un pochino è il cuore. Boss appare infatti un pochino fredda, andando in questo senso ad affiancarsi a telefilm come Nip/Tuck o Breaking Bad, cosa che in fin dei conti è tutt'altro che un difetto. Proprio per questo loro distacco emotivo e per il loro evitare facili scorciatoie e trabocchetti sentimentali/paraculi, queste serie ci mettono un po’ a ingranare e a guadagnare l’affezione e la fedeltà del pubblico, ma quando lo fanno, ti fregano per sempre. Ce la farà anche Boss?
(voto 7,5/10)

6 commenti:

  1. Potrebbe quasi essere interessante.
    Me la segno per tempi futuri.

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  2. E comunque, il Boss resta sempre Bruce. ;)

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  3. Per il momento mi sta piacendo parecchio, ma non mi sta facendo del tutto impazzire.

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  4. *mr. ford
    bruce chiiiiiiiiiiii?
    :D

    *giada
    a me convince sempre più, episodio dopo episodio..

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