lunedì 3 settembre 2012

Pu**ana Eva, che film!

Eva
(Spagna 2011)
Regia: Kike Maíllo
Cast: Daniel Brühl, Marta Etura, Alberto Ammann, Claudia Vega, Lluís Homar
Genere: gli androidi sognano pecore elettriche?
Se ti piace guarda anche: A.I. Intelligenza Artificiale, Wall-E, Io, Robot, Another Earth

Dico Eva e a voi cosa viene in mente?
Se siete uomini e siete pure molto sporcaccioni, probabilmente penserete subito a Eva Henger.
Se siete uomini, ma un pochino meno sporcaccioni, i vostri pensieri saranno invece rivolti a Eva Herzigova, Santa Wonderbra.
Se siete donne o uomini per nulla sporcaccioni e molto religiosi, penserete invece ad Adamo ed Eva. La cara vecchia “favola” di Adamo ed Eva, come cantava anche Max Gazzé.
In questo film spagnolo abbiamo solo Eva, niente Adamo sorry, e con un titolo del genere naturalmente si parla di creazione. Di “dare la vita”. In questo caso è l’uomo che fa le veci di Dio.
Il protagonista è un geniale autore di robot. Nel mondo distopico in cui è ambientata la pellicola, non ci è dato sapere se è ambientata in un futuro prossimo o meno, i robot sono infatti in mezzo a noi, dappertutto, un po’ come in Io, robot ma senza Io, Will Smith e le tipiche cavolate da film action fantascientifico ammmericano-mericano-mericano. Questo film è (per fortuna) spagnolo e quindi siamo dalle parti di una sci-fi meno improntata sugli effetti speciali, comunque presenti e comunque niente male, quanto piuttosto sulle dinamiche e sulle psicologie dei personaggi. Una sci-fi umanistica, avete capito bene, vagamente dalle parti dei vari splendidi Another Earth, Melancholia, Non lasciarmi etcetera etcetera.
Il protagonista deve creare un robot-bambino da mettere in commercio e per farlo prende ispirazione dalle emozioni e dai comportamenti di un bimbo vero, in carne e ossa. I ragazzini che gli vengono sottoposti in esame dalla sua compagnia però non lo convincono, fino a che per strada incontra una bambina di nome Eva. E lì scatta il colpo di fulmine. Non romantico, non pensate subito male, bensì lavorativo. Decide così di prendere lei come modello per il suo androide e… il resto sta a voi a scoprirlo.

"Massì, butta pure giù quel negroni, tanto sei una bambina robot..."
Eva è un gran bel film di fantascienza con una produzione spagnola che, per quanto low-cost, non ha nulla da invidiare alle pellicole hollywoodiane. Tutt’altro. È una pellicola dotata di un’anima e di un’umanità rari da trovare. È come se fosse un film “vero”, contro i “robotici” filmoni a stelle e strisce tutti esplosioni e inseguimenti e zero cuore. Proprio qua sta la grossa differenza. Senza voler fare razzismi di tipo nazionalista, a Hollywood una storia del genere si sarebbe molto probabilmente trasformata nell’ennesimo e non richiesto sfoggio di effettoni speciali, scene d’azione gettate dentro a caso, una storia che avrebbe implicato la salvezza del mondo intero, un protagonista trasformato in eroe e in pratica ne sarebbe uscito fuori un Io, Robot - Parte seconda. Quello che invece gli spagnoli hanno fatto è concentrarsi su una vicenda più emozionante, giocata sui sentimenti e sui rapporti personali, eppure non sdolcinata.

Il pensiero va ad A.I. Intelligenza Artificiale, ai tempi in cui Steven Spielberg riusciva ancora a tirare fuori bei film, epperò la sua “spagnolità” rende il tutto più particolare e diverso dal già visto. Non manca una leggera dose di umorismo, grazie al personaggio del simpatico maggiordomo robotico, che ricorda vagamente C-3P0 di Guerre stellari, e grazie pure a una strizzatina d’occhio al pubblico più piccolo, con la presenza di un gatto androide. Cosa che però non implica la presenza di ruffianate di stampo disneyano.

"Alberto, ti presento Marta."
"Ma noi ci siamo già conosciuti in cella!"
"Ah, quante storie potrei raccontare sulle saponette cadute nelle docce..."
"Ti prego, Marta, non è il momento per scherzarci su.
Ancora faccio fatica a sedermi..."
Spendiamo poi due parole sul cast, davvero ottimo: la bimba protagonista, Claudia Vega, è un’autentica rivelazione, in grado di sfuggire alla categoria di “bambini odiosi” in cui finiscono intrappolati molte giovani stars. Quanto agli attori adulti, abbiamo un gran bel terzetto: Daniel Brühl è quello di Good Bye Lenin!, più di recente assoldato pure tra i basterdi tarantiniani di Bastardi senza gloria, Alberto Ammann è quello che ha fatto Cella 211 (non Malamadre, l’altro, quello che assomiglia al calciatore Raúl) e a proposito di Cella 211 c’è pure la guapa Marta Etura, la tifosa juventina del consigliatissimo thriller Bed Time, questa volta con Malamadre, ovvero Luis Tosar.

Eva sembra quindi, se non la nascita, perlomeno l’evoluzione di una sci-fi umanista. Come nei film americani, solo senza le paraculate tipiche dei film americani che ormai hanno fatto il loro tempo.
Il meglio calcio? Está en España, purtroppo per noi. Potevano accontentarsi così, i dannati spagnoli, e invece no. La meglio fantascienza? Pure quella adesso Está en España. Quanto all’Italia, sul campo della fantascienza, una finale non ce la possiamo nemmeno sognare…
(voto 7+/10)


7 commenti:

  1. Nonostante tu ci possa provare, non mi convinci.
    Questo film continua ad essere una delle tue cannibalate da due soldi! ;)

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    1. fai pure, non ti perdi niente. a parte quello che forse è il migliore film di fantascienza dell'anno...

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  2. ce l'ho in rampa di lancio con molte aspettative...sperando che siano ripagate!

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  3. sicuramente un bel film, anche se lontano dall'essere un capolavoro

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  4. Ce lo ebbi anch'io in fase 2. Una di queste sere me lo pappo. Grazie di avermelo fatto ricordare!

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  5. Io l'ho visto. È il mio film preferito insieme ad A.I. Intelligenza Artificiale. Con l'unica differenza che è più triste. Bravissimi Claudia Vega (che qui recita per la prima volta nella sua carriera) nei panni di Eva e Lluis Omar nei panni del maggiordomo androide Max. Primo film del giovane regista e già capolavoro a mio parere. Bravo, Kike Maillo!

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  6. Il film, molto Dickiano, ha l'unico "difetto" di mancare di originalità. Ma tanto Dick ha già scritto tutto... Cmq a parte qualche forzatura ( il sistema di input tridimensionale è diciamo poco intuitivo), il film è molto bello, Claudia Vega una spanna sopra tutti.

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