giovedì 31 maggio 2012

La f*ga di Martha

La fuga di Martha
(USA 2011)
Titolo originale: Martha Marcy May Marlene
Regia: Sean Durkin
Cast: Elizabeth Olsen, John Hawkes, Sarah Paulson, Hugh Dancy, Brady Corbet, Christopher Abbott, Julia Garner, Louisa Krause, Maria Dizzia
Se ti piace guarda anche: Un gelido inverno, Kynodontas, …e ora parliamo di Kevin, Persona, Funny Games, Sleeping Beauty

Non è che si può sempre trovare le parole giuste per tutto.
Per un film come La fuga di Martha, troppe parole sono persino superflue. E alcune sono solo sbagliate.
Già mi immagino in molti pronti a usare parole come: “noioso”, “lento”, o “ma non succede niente”.
Non succede niente? Non ci sono esplosioni, inseguimenti o invasioni aliene, è vero, però se con “niente” intendete un film capace di scavare in maniera magnifica dentro una vita, dentro un personaggio, allora in tal caso avete ragione: in questo Martha Matta Marcy May Marlene non succede un bel niente.

All’inizio della visione si rimane un po’ confusi. Ci si chiede cosa sta capitando. Ma, tempo qualche minuto di pazienza, il film “lento” e “noioso” prende vita insieme alla sua protagonista.
Attraverso uno splendido montaggio di due piani temporali separati, conosciamo Martha, ragazza che ha qualche problema di psiche e di comportamento e non si capisce perché. Lo scopriremo con calma, con quella calma di chi ha la pazienza di vedere un film crescere piano piano, fino a quasi esplodere. E non intendo un’esplosione letterale. Quella lasciamola alle pelli(para)cule di Michael Bay.
Qui siamo da un’altra parte. Un cinema indie molto Sundance, festival a cui è stato presentato nel 2011 e dove l’esordiente Sean Durkin s’è guadagnato meritatamente il premio alla regia. E qui si distingue il mondo: quelli che amano il fracassone/fracassapalle cinemone commercialone e quelli che preferiscono pellicole più silenziose, che ti entrano dentro in punta di piedi.
Quanto era patetica, quest’ultima frase?
Per carità, ci si può divertire con un blockbusterone fracassone e poi godersi l’intimità di un film come questo. Però La Fuga di Martha non è per tutti i palati. È una pellicola davvero davvero davvero ma davvero molto indie. Molto Sundance. Molto autoriale. Ha un montaggio alternato su due piani che mi ha ricordato …e ora parliamo di Kevin e per un discorso dell’educazione/sottomissione anche il greco Kynodontas, contiene una splendida scena-citazione da Persona di Ingmar Bergman, ma soprattutto mi ha fatto tornare alla mente Un gelido inverno - Winter’s Bone. Difficile spiegare perché. Tira la stessa aria. C’è un simile, straordinario, lavoro naturalistico nella costruzione dei personaggi realizzati da Jennifer Lawrence là, e dall’esordiente Elizabeth Olsen qui.
Pazzesca, in tutti i senti, la sua interpretazione.
Pazzesco poi che un’attrice così fenomenale e affascinante sia sorella di quegli sgorbi anti-recitazione delle gemelle Olsen. Mary-Kate ed Ashley, divenute famose negli anni ’80/primi ‘90 come baby protagoniste della sitcom Gli amici di papà (in 2 intepretavano 1 bambina sola). Poi sono cresciute e sono divenute queste due zombie qua…

"Perché non ci chiamano per The Walking Dead?
Non abbiamo nemmeno bisogno di trucco."

E insomma, non si capisce bene come o perché, ma Elizabeth è la loro sorella b(u)ona. Come Cenerentola in mezzo alle sorellastre. Speriamo che questa interpretazione sia solo l’inizio di una folgorante carriera e la mezzanotte per lei scocchi il più tardi possibile.
Da sottolineare anche la sorella in, questo caso cinematografica, della protagonista. Una Sarah Paulson vista qua e là in vari film e serie tv (American Horror Story e Abbasso l’amore tra gli altri) qui in grado di tratteggiare con cura il personaggio più difficile: la sorella infatti non sa quello che poco a poco noi spettatori vediamo. Non comprende i motivi del particolare stato emotivo e psicologico della sorella e finisce ATTENZIONE SPOILER per cedere al conformismo. A ciò che le impone la società, ovvero il marito yuppie du. Come uno spettatore abituato al cinema di Michael Bay, non ha la pazienza per cercare di capire la sister. E così decide di mandarla via. Eliminare, emarginare ciò che non comprendiamo.
Nel super-cast super-indie della pellicola, da tenere d’occhio anche Christopher Abbott, attualmente nel cast della tv serie super-indie pure questa Girls, e Brady “faccia da pazzo” Corbet, visto nel remake americano di Funny Games, pellicola qui ricordata in una sequenza.

Tornando al parallelo con Un gelido inverno, in entrambe queste indie-perle troviamo John Hawkes. Strepitoso. Mi faceva pensare a qualcuno e poi, leggendo la recensione di Alessandro Giovannini, mi è venuto in mente: è una sorta di fratello di Vincent Gallo. E, come lui, sa pure cantare e ci regala una perla per voce e chitarra.


Il suo personaggio è quello di un uomo a capo di una sorte di comune hippie, una misteriosa fattoria-setta che non ha tanto i contorni religiosi. Tende più a essere una negazione dei valori consumistici dominanti. Un ritorno a una vita semplice in campagna. Detto così può sembrare una cosa piuttosto positiva e ammirevole, ma presto scopriamo che ha anche contorni più inquietanti. Altrimenti che setta sarebbe?
La crescita di questa sorta di leader, o guru spirituale che sia, è notevole minuto dopo minuto. Di lui non si rivela mai più di tanto, eppure la sua ombra incombe minacciosa. La tematica della setta non assume comunque mai i contorni cronachistici. Non c’è nemmeno un discorso di tipo moralistico, o una condanna. Il regista e sceneggiatore di questa perla di pellicola lascia la massima libertà di interpretazione allo spettatore. Forse pure troppa libertà, con un finale sospeso che fa rimanere spiazzati ma che riflettendoci su non è così campato per aria, come invece è il finale di questo post che termina così
(voto 8/10)


13 commenti:

  1. Cioè, quelle due sgualdrine hanno un'altra sorella?! Ma quante sono!?

    P.S. A giudicare dalla tua recensione, credo sia un film che mi possa piacere. Il titolo era più bello in inglese.

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    1. a quanto ne so, hanno pure tre fratelli/fratellastri maschi. per ora però non credo si siano dati allo showbiz.
      comunque, per fortuna lei con le due gemelle ha ben poco a che fare...

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  2. Visto ieri sera. Anche a me ha ricordato molto Winter's bone.
    E non mi è parso noioso manco per niente.
    Solo un pò acerbo. Ma il ragazzo si farà, il talento c'è tutto.

    Grande Hawkes, il pezzo suonato è da paura.
    E sono stupito che ti sia piaciuta - fisicamente - la Olsen. Ti facevo più il tipo da gemelle zombies. ;)

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    1. e io non sono stupito che ti sia piaciuto - credo anche fisicamente - john hawkes haahahha :D

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  3. ho trovato veramente bello il girato parallelo e francamente è stata l'unica cosa che mi ha invogliato a proseguire la visione di questo film troppo poco approfondito nei personaggi per potermi piacere... il regista ha pure del taento ma dio santissimo.... LA STORIA.... la storia è proprio carente....

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    1. il bello per me è proprio quello che non viene mostrato, ma si può solo intuire...

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  4. Bella rece kid !!!
    d'accordo specie riguardo i film che ricorda...
    il problema è che questo Martha-La Matta richiama ma non eguaglia minimamente nessuno delle pellicole da te citate!!!
    massimiliano

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    1. thanx!
      per me, nel gruppone di pellicole ci sta benissimo anche questo

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  5. Diciamo che il tuo titolo sarebbe ancora più efficace della trasposizione italiana;) Come ho risposto nel tuo commento al mio post, un film interessante che forse agisce a scoppio ritardato nello spettatore, risultando più bello nel tempo e non immediatamente, e poi in fondo sono sempre stato tirato di voti:D

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    1. i film migliori sono proprio questi che rimangono anche a distanza di tempo.
      al contrario di visioni magari subito subito "carine", ma poi già passate nel dimenticatoio dopo un paio di ore.

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  6. Concordo con cinefilante sulla "carenza" della storia: va bene il "non-detto" e la libera interpretazione, ma qualcosina in più si deve dare; per non parlare del finale... Hai citato Kynodontas che per me è una delle pellicole più mostruosamente belle degli ultimi anni: nella riuscita siamo parecchio distanti, anche se ci molti spunti interessanti.
    La sufficienza.

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  7. si sapevo dell esistenza di cenerentola ma mi mancano i fratelli...potrebbero inscenare un bel musical tipo tutti zombie appassionatamente...pero la terza olsen mi incuriosce và...

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  8. Pensavo fosse na schifezza invece me lo presenti bene! Mi sa che lo metto in lista.
    Hai ragione: le due gemelle come zombie sono niente male!!!!

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